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Erezione dopo prostatectomia radicale

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Erezione dopo prostatectomia radicale

Riabilitazione andrologica: terapia della disfunzione erettile dopo prostatectomia radicale.

La prostatectomia radicale in tutte le sue forme (Open, laparoscopica e Robotica) è un intervento chirurgico importante che viene utilizzato principalmente nel trattamento del cancro alla prostata. Sebbene la prostatectomia radicale sia un trattamento efficace per il cancro alla prostata, può avere un impatto significativo sulla funzione erettile degli uomini.

Erezione e prostatectomia

L’erezione svolge un ruolo fondamentale nella sfera sessuale maschile, influenzando la qualità della vita e il benessere generale. Tuttavia, a causa della complessa anatomia e fisiologia della prostata e delle strutture circostanti, la rimozione chirurgica della prostata può interferire con il processo di erezione.

È importante sottolineare che il calo dell’erezione dopo la prostatectomia radicale non si verifica in tutti gli uomini sottoposti all’intervento. Alcuni uomini possono continuare ad avere erezioni spontanee o parziali dopo la prostatectomia, mentre altri possono sperimentare una disfunzione erettile completa.

Alcuni uomini possono notare un calo temporaneo dell’erezione immediatamente dopo l’intervento, mentre altri possono sperimentare un deterioramento graduale nel corso delle settimane o dei mesi successivi. Tuttavia, per altri uomini, il calo dell’erezione può persistere nel lungo periodo.

La disfunzione erettile dopo la prostatectomia radicale può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla salute sessuale degli uomini. Può portare a frustrazione, ansia, depressione e influire negativamente sulle relazioni intime. Tuttavia, ci sono diverse opzioni di trattamento disponibili che possono aiutare a migliorare la funzione erettile dopo la prostatectomia radicale, consentendo agli uomini di riprendere una vita sessuale soddisfacente.

E’ possibile avere un’erezione senza prostata?

E’ importante sapere che riconquistare la funzione erettile richiede tempo, pazienza e dedizione. La maggior parte degli studi indica infatti una tempistica di recupero che va dai 6 ai 24 mesi dopo l’intervento chirurgico. Il tessuto nervoso infatti, può essere facilmente danneggiato, causando impotenza, a prescindere dall’abilità del chirurgo, e richiede molto tempo per rigenerarsi.

La tecnica chirurgica con intento “nerve-sparing” (con preservazione dei nervi) prevede il risparmio delle strutture vascolo-nervose.

Come si può immaginare, la disfunzione erettile è più frequente con l’aumentare dell’età e con il numero dei nervi danneggiati. Anche se di solito è tecnicamente possibile risparmiare alcuni o tutti fasci nervosi, a volte i nervi stessi sono infiltrati da cellule cancerogene e devono essere rimossi, in quanto l’obiettivo primario del chirurgo è sempre quello di rimuovere il cancro alla prostata in modo radicale.

Tuttavia, non è ancora possibile prevedere con certezza i risultati funzionali dopo questo intervento a causa dei molteplici fattori che incidono sul recupero della funzione erettile.

Quando posso riprendere l’attività sessuale?

Prima di controllare e testare la funzione erettile è necessario attendere tre o quattro settimane dopo l’intervento. Subito dopo l intervento “consiglio” di cominciare con la terapia orale mediante PDE-5 (sono solito consigliare ad ogni paziente uno schema terapeutico personalizzato). Ad un mese dalla prostatectomia si consiglia di riprendere l’attività sessuale. Infatti la semplice stimolazione dei nervi è già un primo passo sul viaggio di ritorno alla piena potenza erettile. Il tempo medio di recupero per un’erezione sufficiente a un rapporto sessuale è di 6-24 mesi, ma in alcuni uomini può essere più lungo. Diventa fondamentale il ruolo dell’andrologo, che valuterà il percorso riabilitativo più adeguato, a misura del paziente, grazie ad un programma personalizzato che può prevedere l’uso di farmaci o terapie fisiche (onde d’urto, PRP, vacum device, ecc).

Esistono diversi fattori che possono influenzare la probabilità di mantenere un’erezione. Alcuni di questi includono:

Età: Gli uomini più giovani possono avere una maggiore probabilità di ripristinare la funzione erettile rispetto agli uomini più anziani.
Funzione erettile pre-operatoria: Se un uomo aveva già problemi di erezione prima dell’intervento, è possibile che il calo dell’erezione dopo la prostatectomia radicale sia più significativo.
Nervi e vasi sanguigni: La preservazione dei nervi durante l’intervento può aiutare a mantenere una migliore funzione erettile.
Stadiazione del cancro alla prostata ed eventuali trattamenti radioterapici
Fattori di rischio: fumo di sigaretta, il diabete, l’obesità e l’ipertensione arteriosa, terapie assunte, ecc..
È importante sottolineare che ogni caso è unico e che i risultati possono variare da persona a persona. Alcuni uomini possono ottenere un’erezione sufficiente per il rapporto sessuale dopo la prostatectomia radicale, mentre altri possono richiedere l’uso di trattamenti o terapie aggiuntive per ripristinare la funzione erettile. Discutere con il proprio Andrologo le opzioni disponibili per preservare o migliorare la funzione erettile può essere di grande aiuto nel processo di recupero dopo la prostatectomia radicale.

Dott. Giuseppe Campo

MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO NEL trattamento della Erezione dopo prostatectomia radicale

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Quale impatto ha la prostatectomia radicale sull’erezione?

Questo intervento è considerato il gold standard nel trattamento del cancro alla prostata localizzato. Tuttavia, poiché la prostata è strettamente correlata alla funzione erettile, la prostatectomia radicale può influenzare significativamente l’abilità di ottenere e mantenere un’erezione.

Gli uomini più giovani e quelli con una buona funzione erettile prima dell’intervento hanno generalmente maggiori probabilità di ripristinare la funzione erettile rispetto a quelli più anziani o con una disfunzione erettile preesistente.

Fortunatamente, ci sono diverse opzioni di trattamento disponibili per affrontare la disfunzione erettile post-operatoria. Queste opzioni possono includere terapie farmacologiche, come l’uso di inibitori della fosfodiesterasi-5 (come il Sildenafil, Vardenafil, Tadalafil e Avanafil), che possono aiutare a migliorare il flusso sanguigno nel pene e favorire l’erezione. In alcuni casi, possono essere utilizzate terapie con iniezione intracavernosa (prostaglandine) o VACUM DEVICE (dispositivi di aspirazione al vuoto per ottenere un’erezione).Tra le ultime terapie innovative annoveriamo LIESWT (onde d’urto a bassa intensità) e il PRP (Plasma Ricco di Piastrine).

Oltre alle opzioni di trattamento farmacologico e fisico , esistono anche opzioni come l’utilizzo di protesi peniene, che sono dispositivi impiantabili chirurgicamente che consentono di ottenere un’erezione artificiale.

Il supporto psicologico gioca un ruolo fondamentale nel processo di recupero. Il counseling sessuale o la consulenza psicologica possono aiutare gli uomini a gestire gli aspetti emotivi e psicologici legati al calo dell’erezione dopo la prostatectomia radicale. Coinvolgere il partner nel processo di recupero può anche contribuire a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca.

È importante discutere con il proprio Andrologo le opzioni più adatte alle proprie esigenze e considerare anche il supporto psicologico durante il processo di recupero.

Approcci terapeutici per il recupero dell’erezione dopo la prostatectomia radicale

Fortunatamente, ci sono diverse opzioni terapeutiche disponibili che possono aiutare a affrontare la disfunzione erettile post-operatoria. Vediamo alcuni dei principali approcci terapeutici:

Terapia farmacologica: Gli inibitori della fosfodiesterasi-5 (PDE-5) come sildenafil, tadalafil, vardenafil e avanafil sono farmaci comunemente prescritti per il trattamento della disfunzione erettile. Questi farmaci agiscono aumentando il flusso sanguigno nel pene, facilitando così l’erezione. Ogni paziente ottiene il proprio programma terapeutico personalizzato che ha una durata non inferiore a 6-12 mesi.
Terapia con iniezione intracavernosa o somministrazione di prostaglandine per via uretrale: Questa terapia prevede l’iniezione di farmaci direttamente nel pene o in uretra (mediante crema) per promuovere l’erezione. Viene comunemente utilizzato l’alprostadil (Caverject) sottoporma di inizioni intracavernose (Caverject) o applicazione trans-uretrale (Vitaros crema). Questa opzione terapeutica è spesso considerata quando i farmaci orali non sono efficaci o non possono essere utilizzati.Solitamente il paziente viene istruito dall’andrologo che ha il compito di trovare la dose efficace e di addestrare il paziente all autosomministrazione del farmaco. Se il paziente o la partner non riesce ad eseguire l’iniezione il Dr. Campo prescrive l’utilizzo dell’autoiniettore che facilita la somministrazione delle prostaglandine rendendo l’esecuzione del trattamento molto più semplice per il paziente e la coppia.
Terapia con dispositivi di aspirazione al vuoto: Questi dispositivi consistono in un cilindro che viene posizionato sopra il pene e collegato a una pompa. Creando un vuoto all’interno del cilindro, si attira il sangue nel pene, facilitando l’erezione. Una volta che l’erezione è stata ottenuta, viene applicato un anello di trattenimento alla base del pene per mantenerla. Questi dispositivi possono essere utilizzati come opzione temporanea o come complemento ad altri trattamenti. Il Dr.Campo consiglia un dispositivo elettronico che consente di variare a piacimento la pressione e di rendere più semplici gli esercizi riabilitativi. In concomitanza con l’utilizo del Vacum Device possono essere utilizzati degli anelli al silicone che vanno applicati alla base del pene durante la fase di erezione. Anelli che consentono di il mantenimento dell’erezione,
Terapia con protesi peniena: Nel caso in cui tutti gli approcci terapeutici non abbiano successo, le protesi peniene possono essere una soluzione a lungo termine per ripristinare la funzione erettile.

Risorse e supporto per il recupero dell’erezione dopo la prostatectomia radicale

Durante il processo di recupero dell’erezione dopo la prostatectomia radicale, è importante cercare risorse e supporto adeguati per affrontare le sfide e ottenere il miglior risultato possibile. Ecco alcune risorse che possono essere utili:

Medico Andrologo specializzato: Consultare un medico specializzato in disfunzione erettile e recupero dell’erezione dopo la prostatectomia radicale è fondamentale. Un medico esperto può fornire una valutazione accurata della tua situazione, consigliare le opzioni di trattamento più adatte e monitorare i tuoi progressi nel tempo.
Terapia sessuale e counseling: La terapia sessuale e il counseling possono essere estremamente utili nel gestire le sfide psicologiche ed emotive legate alla disfunzione erettile dopo la prostatectomia radicale.
Supporto del partner: Coinvolgere il proprio partner nel processo di recupero è fondamentale. Assicurati che il tuo partner sia ben informato sulla disfunzione erettile post-prostatectomia e coinvolgilo nelle decisioni riguardanti il trattamento e le strategie di recupero. La comunicazione aperta, l’empatia e il sostegno reciproco possono fare la differenza nel percorso di recupero.
Ricorda che ogni percorso di recupero è unico, può richiedere tempo ma soprattutto va sempre iniziato precocemente. Infatti lasciar passare mesi o anni dopo la prostatectomia radicale non va altro che ridurre o eliminare i benefici derivanti dalle diverse terapie discusse. Non esitare a cercare il supporto di professionisti e a utilizzare le risorse disponibili per affrontare le sfide e perseguire una vita sessuale soddisfacente dopo la prostatectomia radicale.

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