Pazienti affetti da cancro alla prostata metastatico sottoposti a chemioterapia e trattati successivamente con abiraterone acetato associato a prednisone, hanno ottenuto un aumento della sopravvivenza complessiva rispetto ai pazienti trattati con placebo e prednisone.
È il risultato di uno studio sviluppato da Ortho Biotech Oncology Research & Development, Unit of Cougar Biotechnology, Inc., società affiliata di Janssen Pharmaceutical, e pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio di Fase III randomizzato, controllato verso placebo, COU-AA-301, ha dimostrato che la molecola abiraterone acetato, inibitore della biosintesi degli androgeni, aumenta la sopravvivenza globale nei pazienti affetti da carcinoma prostatico metastatico che non rispondono alla chemioterapia. Abiraterone acetato è un inibitore orale della biosintesi degli androgeni, che agisce attraverso l’inibizione selettiva dell’enzima complesso CYP17, necessario a queste tre fonti di produzione di testosterone. Ad un follow-up mediano a 12,8 mesi, la sopravvivenza complessiva nei gruppi trattati con abiraterone acetato in associazione a prednisone era di 14,8 mesi verso 10,9 mesi in quelli trattati con placebo e prednisone (corrispondente ad un incremento del 36% della sopravvivenza media).
Il trattamento ha anche determinato una riduzione del 35% del rischio di morte rispetto al placebo. Lo studio ha incluso 1.195 pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, che erano stati precedentemente trattati con una o due linee di chemioterapia, di cui almeno una contenente docetaxel.
I ricercatori hanno affermato che, nonostante l’età avanzata e la fragilità della popolazione trattata, i pazienti hanno manifestato un alto livello di compliance alla terapia con abiraterone acetato, e gli effetti collaterali risultavano tollerabili e reversibili. «Consapevoli del fatto che per gli uomini con carcinoma prostatico metastatico avanzato esistano poche alternative terapeutiche, siamo lieti di apprendere i risultati di questo accurato studio che dimostra come abiraterone acetato possa prolungare la loro vita» , afferma Johann S. De Bono, The Institute for Cancer Research, The Royal Marsden NHS Foundation Trust. «Lo studio – conclude De Bono – indica che il farmaco ha un enorme potenziale per soddisfare un significativo bisogno clinico, che riguarda sia i pazienti affetti da cancro prostatico, che le loro famiglie» .
Il farmaco è commercializzato sotto il nome di “Zytiga” ed è stato approvato dai regolatori americani. Il farmaco scoperto all’Institute of Cancer Research ha dimostrato di poter prolungare significativamente la vita di molti uomini, dando ai medici una valida opzione per un nuovo trattamento. Dal successo di questo studio è ormai chiaro che gli uomini con un tumore alla prostata avanzato possono comunque beneficiare di trattamenti mirati a base di ormoni maschili. Questo ha corretto 40 anni di malintesi su questa malattie, e gli esperti si augurano possa portare allo sviluppo di ulteriori trattamenti ormonali di seconda linea per questi uomini, molto simili a quelli usati con successo per curare il cancro al seno. I tumori alla prostata sono “alimentati” dal testosterone, ma i trattamenti che fermano la sua produzione nei testicoli in genere smettono di funzionare dopo pochi anni. Tuttavia i ricercatori britannici hanno sviluppato un farmaco che blocca la produzione del testosterone in tutte le parti del corpo e non solo nei testicoli.