Il nuovo -2proPSA (Beckman Coulter p2PSA) e i suoi derivati %p2PSA e phi (Prostate Health Index: indice di salute prostatica) hanno un’efficacia significativamente maggiore, rispetto ai marcatori per il carcinoma prostatico sino ad oggi disponibili.

Uno studio ha coinvolto circa 700 pazienti con sospetto tumore alla prostata o diagnosi accertata e ha confermato che la molecola -2proPSA, insieme ai suoi due valori derivati, rappresenta un marcatore più accurato rispetto a PSA totale e PSA libero nell’identificazione del cancro alla prostata. Su circa 300 pazienti sottoposti a biopsia prostatica, con un valore di PSA totale compreso tra 2,5 e 10 ng/ml e valutati per -2proPSA, %p2PSA e phi è preliminarmente emerso che:

-i valori di p2PSA, %p2PSA e phi sono significativamente più elevati nel sangue di pazienti affetti da carcinoma prostatico;

-nei pazienti con PSA totale sospetto, esplorazione rettale non sospetta ed età superiore a 50 anni, la %p2PSA ed il phi sono significativamente più precisi del PSA totale e del PSA libero nell’identificazione dei pazienti realmente affetti da neoplasia prostatica o a rischio di svilupparla;

-p2PSA, %p2PSA e phi sembrano correlare con l’aggressività della neoplasia.

Il -2proPSA è dunque in grado di garantire non solo una più accurata identificazione del tumore prostatico, ma anche una migliore definizione dell’indice di aggressività dello stesso. La possibilità di identificare con maggiore precisione quelle forme neoplastiche che diventeranno clinicamente significative potrebbe quindi consentire, oltre alla diagnosi precoce, una maggiore personalizzazione del percorso clinico a seconda delle caratteristiche del singolo paziente, evitando i problemi di “sovra-diagnosi” di tumori clinicamente non significativi e spesso candidati ad un “sovra-trattamento” . La disponibilità di un marcatore più accurato consentirà altresì di limitare il numero di biopsie inutili in quanto negative – circa il 60-70% di tutte le biopsie oggi eseguite.

Il carcinoma prostatico è il tumore maligno non cutaneo più diffuso tra la popolazione maschile: 1 soggetto su 11 nella fascia di età compresa fra 40 e 70 anni (circa 14 milioni di soggetti nel nostro Paese) potrebbe ricevere questa diagnosi, che purtroppo ancora oggi è responsabile in Italia di circa 7.500 decessi all’anno. Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati 43.000 nuovi casi di cancro alla prostata, che rappresentano il 35% circa dei pazienti sottoposti a biopsia (per un sospetto alla visita o all’ecografia della prostata o più frequentemente per un valore alterato del PSA). Il 65% dei pazienti che subisce il peso psicologico, economico e delle complicanze legate alla manovra invasiva della biopsia (circa 80.000) ha però un risultato negativo: i ricercatori del San Raffaele hanno stimato di poter ridurre di circa il 30% il numero di pazienti sottoposti inutilmente a biopsia grazie all’impiego estensivo del p2PSA, %p2PSA e phi.

Il trasferimento di queste conoscenze nella pratica clinica quotidiana potrà consentire di ridurre considerevolmente, oltre al numero delle biopsie prostatiche inutili, anche quello dei trattamenti non necessari e la frequenza dei controlli, con chiari vantaggi sia per la qualità della vita del paziente sia per la spesa pubblica. La valutazione del p2PSA, %p2PSA deve essere prescritto dallo specialista che vi indicherà i laboratori dove eseguire l’esame.

Urologo e Andrologo Verona e Pisa Toscana Veneto
Dott. Giuseppe Campo
Contattaci via WhatsApp